Il manager di domani e la “capacità negativa”

 

Il manager di domani e la “capacità negativa”

Insieme ai nostri lettori, esploriamo il tema della leadership nel business  fornendo informazioni e stimoli di cultura manageriale.

In particolare, oggi, ci soffermiamo  sulla capacità negativa.  Un concetto che nasce da lontano ma ricco di spunti attuali per i manager “sostenibili”.

Partiamo da una panoramica del contesto economico di riferimento e dei mezzi offerti dove la “capacità negativa” è una competenza chiave per il  manager di oggi e di domani”.

 

Il manager “post-covid” : abbandona il controllo per “indirizzare il futuro”

Lavoro da remoto, post covid, guerra in Ucraina, aumento dei costi delle materie prime, quite quitting… ogni giorno è una minaccia alla serenità di imprenditori e manager che lavorano e fanno costantemente delle scelte in questo contesto.

Per mantenere la sostenibilità è importante essere consapevoli delle proprie modalità, ma soprattutto di quelle che permettono di essere produttivi e mantenere, allo stesso tempo il  benessere organizzativo.  Per se stessi e per gli altri.

Lo stimolo che lanciamo in queste righe è quello di “Cambiare prospettiva”. Osservare il mondo e quello che ci accade per trovare un punto  di vista diverso ed influenzare il  raggiungimento del risultato voluto.

Un aspetto interessante in questo lavoro, come vedremo nelle prossime righe è abbandonare la speranza di poter controllare tutto per mettersi nella condizione di gestire l’incertezza partendo da basi solide  quali le nostre competenze e caratteristiche di  leader. 

E cosi facendo essere “un buon timoniere della nave” nonostante la tempesta. Assicurandone l’arrivo al porto. Con soddisfazione.

 

Da VUCA a BANI

Iniziamo con alcune definizioni utili per esaminare il contesto attuale e condividere, successivamente,  stimoli e spunti di lavoro per  noi stessi.

Il termine VUCA, coniato dalle forze armate statunitensi per descrivere l’incertezza creata dalla Guerra Fredda, è stato utilizzato nel1987 da Burt Nanus, professore universitario presso la University of Southern California, e Warren Bennis, ex consulente organizzativo e gestionale che ha descritto VUCA (abbreviazione di Volatility, Uncertainty, Complexity & Ambiguity) nel contesto aziendale nel testo “Leader. Anatomia della leadership, le 4 chiavi della leadership effettiva”.

Questo modello, almeno fino alla pandemia, rimaneva un metodo interpretativo che guidava le idee e stimolava il lavoro dei manager.

Qui di seguito un riassunto del modello.

V = Volatile: il contesto è in continua evoluzione. I manager devono competenze di “agilità” e spiegare i fenomeni di cambiamento costante

I = Incerto – Nonostante una grande quantità di informazioni, la causa e l’effetto alla base di un evento rimangono sconosciuti. La conoscenza del passato non garantisce la conoscenza del futuro. È difficile pianificare.

C = Complesso – le situazioni presentano molte interconnessioni. Non puoi risolvere un problema scomponendolo in parti. Perché diversi nodi e connessioni cambiano la loro interpretazione e soluzione.

A = ambiguo. I paradossi non lineari coesistono. Possono valere contemporaneamente due aspetti completamente opposti (risparmiare e investire, diminuire e aumentare, gestire il rischio ma scommettere) .

 

A questa descrizione del modello economico, che gi caratterizzava la nostra realtà,  le turbolenze personali, economiche e finanziarie causate dalla pandemia hanno aggiunto una serie  di emozioni che possiamo definire  “terribili e caotiche”.

Questi sentimenti che oggi caratterizzano la “nuova normalità” spesso rendono le persone ansiose.

Le sfide di oggi sono caratterizzate, infatti, dalla mutevolezza (incertezza, non linearità, ambiguità) e, allo stesso tempo, dall’accelerazione (cambiamento, ansia, complessità, aspettativa, fragilità).

Per rappresentare il fenomeno l’antropologo, autore e futurista americano Jamais Cascio ha recentemente introdotto il nuovo acronimopost pandemico BANI, che si integra la vecchia definizione VUCA.

Qui analizziamo insieme il significato:

B = (Brittle) Fragile – il covid ha messo fine alla certezza che la scienza e la tecnologia possano essere controllate. Anche un piccolodifetto nel sistema può improvvisamente indebolirne le fondamenta;

A = Ansioso – L’ansia è oggi uno dei sintomi più comuni, non solo nella vita personale delle persone ma anche sul posto di lavoro. Un senso di urgenza guida il processo decisionale e ci porta a uno stato di passività perché abbiamo paura di sbagliare. Di conseguenza, le decisioni e le azioni tendono a essere ritardate.

N = Non lineare: ora viviamo in un mondo in cui gli eventi sembrano non correlati e sproporzionati. Senza una struttura ben definita e standardizzata non si possono costruire organizzazioni strutturate. Di conseguenza, una pianificazione dettagliata e a lungo termine potrebbe non avere più senso;

I = Incomprensibile – difficile o impossibile da capire. Non possiamo controllare tutto. Competenze che il mondo del lavoro di domani richiederà: perdere il controllo per controllare.

Le competenze richieste nel futuro dal mondo del lavoro: perdere il controllo per assumere il controllo e, quindi, indirizzare il futuro.

In questo senso competenze tradizionali dei manager come il controllo fanno spazio a competenze soft, emergenti, che consentano di lavorare sulle proprie modalità di gestione delle situazioni e delle relazioni in condizioni di stress.

L’ultimo Job Reset Summit, organizzato dal World Economic Forum, ha definito queste come le Soft Skills for Future Jobs (2025):

  1. Pensiero Analitico e Innovazione
  2. Apprendimento Attivo e Strategie di Apprendimento
  3. Capacità di risolvere problemi complessi
  4. Pensiero Critico e Capacità di Analisi
  5. Creatività, Originalità e Spirito d’Iniziativa
  6. Leadership e Influenza Sociale
  7. Uso di Tecnologie, Monitoraggio e Controllo
  8. Progettazione e Programmazione Tecnologica
  9. Resilienza, Gestione dello Stress e Flessibilità
  10. Ragionamento, Problem Solving e Ideazione

In questo senso, il ruolo del leader gioca un ruolo centrale e fondamentale, guidando e influenzando appunto l’innovazione e il cambiamento che ci attende negli anni a venire.

 

Dalla risposta giusta alla domanda giusta: passare dal controllare ed eseguire ad una “riflessione  creativa!

Per parlare di questo concetto, introduciamo il  concetto di ” capacità negativa “.

Il termine capacità negativa è stato coniato dal poeta inglese John Keats con lo scopo di definire le principali caratteristiche di un uomo di successo. La chiama “negativa”, per contrastare l’esigenza “positiva” che spesso abbiamo, che è quella di intervenire in ogni problema che ci troviamo di fronte, adottando subito un atteggiamento risolutivo.

Secondo Keats, questo ” prendere il toro per le corna “, questo ” partire ed affrontare la situazione” che ci si presenta, pensando subito ad un modo per sottomettere la realtà al nostro volere, è, innanzitutto un modo per non pensare.

C’è una differenza di responsabilità fra chi pesca in un armamentario di risposte prestabilite e chi invece accetta di stare nell’incertezza e di cercare risposte nuove.

Il primo va sul sicuro, non si espone e, più che venire a capo, riconduce l’evento che ha di fronte all’ambito del conosciuto: “…ah bene, questo è il classico caso di… lo conosco… mi basta fare così!”. È più un esecutore di soluzioni che un ricercatore.

Il secondo, sposando l’incertezza e applicando la capacità negativa, rimane nel dubbio più a lungo, osserva più profondamente, scarta le prime risposte che arrivano e allarga i confini ponendo nuove domande.

Il coaching come leva strategica per il manager nel contesto VUCA/BANI

In questo senso il coaching può essere una “partnership strategica” per fermarsi a riflettere.

Investendo il proprio tempo per  lavorare sulla “domanda giusta” verso la quale l’imprenditore/ manager si gioca il proprio ruolo.

Con benessere ed efficacia.

Come mi sento riguardo a una certa situazione?
Quali sono i comportamenti che metto in atto sotto stress?
Quali sono i fattori che influenzano la mia  motivazione e quella dei miei collaboratori?
E quali sono quelli  che mi fanno fare o facilitano negli altri  il cosiddetto “Passo in più”?

Queste sono solo alcune delle domande interessanti.

Nei prossimi articoli partiremo da qui per trovare altri spunti e stimoli.


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Massiniliano Cavazza

Leadership Development Advisor – Executive Coach (PCC)

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